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lunedì 31 dicembre 2012

Un infinito numero - Sebastiano Vassalli

Un infinito numero - Sebastiano Vassalli
Pagine: 254
Edizione: Einaudi


TRAMA
Perché gli Etruschi hanno realizzato una civiltà importantissima, ma non hanno lasciato alcuna traccia letteraria? Perché, pur possedendo un alfabeto e conoscendo la scrittura, non hanno scritto quasi nulla? A contatto con le ultime divinità di un mondo, quello etrusco, in apparente disfacimento, Mecenate, Virgilio e il suo segretario Timodemo intraprendono un viaggio nell'antica Etruria, dove, oltre ad alcuni segreti sulle vere origini di Roma e del mondo, scopriranno che cos'è il tempo e perché scrivere significa morire. Tornati a Roma, i tre finiscono per dividersi. Mecenate cadrà in disgrazia, Virgilio scriverà ma poi cercherà di distruggere l'Eneide. Solo Timodemo continuerà il suo viaggio nel tempo, arrivando, con il suo carico di saggezza e di verità, alle soglie del Duemila.


RECENSIONE
Ero molto titubante quando la prof. di italiano ci ha assegnato questo libro per le vacanze: avevo già provato a leggere La Chimera dello stesso autore e l'avevo lasciato a metà a causa delle lunghe e noiose descrizioni che mi facevano perdere il filo della storia;
inoltre, questo è un romanzo storico e, io e la storia, non siamo mai andate tanto d'accordo. Invece, mi ha colta di sorpresa.
Prologo ed epilogo sono l'incontro dell'autore con Timodemo, e tutti i racconti che stanno in mezzo sono raccontati in prima persona da quest'ultimo, schiavo di Virgilio.
Non ci sono infinite descrizioni o resoconti di guerre, o date e avvenimenti storici a dismisura; è tutto raccontato come in una fiaba: boschi, paesaggi quasi magici e templi. Parla di antiche leggende, di dei e credenze di culture a noi sconosciute, che io trovo sempre molto interessanti, ma anche di amori, sesso e amicizia, argomenti che non ti aspetteresti di trovare in un romanzo di questo tipo.
I capitoli sono molto brevi, 4 pagine al massimo, e quindi la lettura è abbastanza veloce. Quello che più mi è piaciuto è "I Rasna" in cui si racconta dello sterminio avvenuto da parte delle truppe di Enea, che Timodemo rivive attraverso un viaggio nel passato. 
In queste pagine, ci viene raccontata una realtà storica diversa da quella che impariamo sui banchi di scuola e ho adorato il fatto che fosse tutto raccontato in prima persona e dai diversi punti di vista delle vittime e dai carnefici della strage.
L'unico capitolo un po' noioso e statico è l'ultimo che, però, si riscatta con un finale ben "incastrato" e adatto. 
Una buona lettura per giovani e adulti, per chi ama la storia ma anche per chi, come me, non si sarebbe mai aspettato di appassionarsi ad un romanzo del genere.


VOTO: 7/8

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