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domenica 3 febbraio 2013

Pappagalli verdi - Gino Strada

Pappagalli verdi - Gino Strada
Pagine: 156
Edizione: Feltrinelli


TRAMA
Gino Strada arriva quando tutti scappano, e mette in piedi ospedali di fortuna, spesso senza l'attrezzatura e le medicine necessarie, quando la guerra esplode nella sua lucida follia. Guerre che per lo più hanno un lungo strascico di sangue dopo la fine ufficiale dei conflitti: quando pastori, bambini e donne vengono dilaniati dalle tante mine antiuomo disseminate per le rotte della transumanza, o quando raccolgono strani oggetti lanciati dagli elicotteri sui loro villaggi. I vecchi afghani li chiamano pappagalli verdi. 


RECENSIONE
Ho dovuto leggere questo libro per la scuola.
All'inizio ho fatto un po' fatica. Non è assolutamente il mio genere ed è anche un po' monotono, perchè come ci si può immaginare tutti gli scenari sono molto simili, ma si sblocca dopo un paio di capitoli e scorre raccontandoci gli orrori della guerra.
Il lessico è, a mio parere, un po' povero sebbene pienamente adeguato per qualcuno che non è uno scrittore. Alcune parti, invece, sono descritte in modo quasi fiabesco e poetico e ci sembra di trovarci di fronte alle immense città che Strada visita. 
Secondo me, ci sono troppi riferimenti a nomi e località difficili da ricordare, creano un po' di confusione insieme al fatto che non venga seguito un ordino cronologico o geografico.
In ogni caso penso che non ci sia da soffermarsi troppo sui particolari, ma badare al messaggio che questo libro ci vuole mandare. E' una testimonianza importante e utile: il lettore si ritrova rattristato ma anche sdegnato di fronte agli episodi che ci vengono raccontati.
Il capitolo più forte è quello che parla dei pappagalli verdi che danno il titolo al libro: sono mine giocattolo, pensate per mutilare i bambini.
E' una storia devastante quella che ci viene raccontata in questa parte, poichè i bambini di colpa non ne hanno e sono semplicemente testimoni di uno scempio quotidiano. 
"Una donna che spara ad un bambino di sei anni? Perchè?"
"Tra vent'anni ne avrebbe avuti ventisei" è la risposta che l'interprete traduce.
E' un libro molto forte, che ho fatto un po' fatica a leggere, ma penso che ne valga comunque la pena sia per gli interessati a questo argomento, sia per i giovani che alla guerra non stanno tanto a pensarci. 
Ci fa capire ciò che avviene ogni giorno in luoghi lontani, mentre noi siamo comodamente seduti in poltrona e li guardiamo attraverso la tv. Un libro che apre la mente.


VOTO: 7-

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