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mercoledì 29 gennaio 2014

Nelle terre estreme - Jon Krakauer

Nelle terre estreme - Jon Krakauer
Pagine: 266
Edizione: Corbaccio
Titolo originale: Into the wild


TRAMA
Nell'aprile del 1992 Chris McCandless si incamminò da solo negli immensi spazi selvaggi dell'Alaska. Due anni prima, terminati gli studi, aveva abbandonato tutti i suoi averi e donato i suoi risparmi in beneficenza: voleva lasciare la civiltà per immergersi nella natura. Non adeguatamente equipaggiato, senza alcuna preparazione alle condizioni estreme che avrebbe incontrato, venne ritrovato morto da un cacciatore, quattro mesi dopo la sua partenza per le terre a nord del Monte McKinley. Accanto al cadavere fu rinvenuto un diario che Chris aveva inaugurato al suo arrivo in Alaska e che ha permesso di ricostruire le sue ultime settimane. 
Jon Krakauer si imbattè quasi per caso in questa vicenda, rimanendone quasi ossessionato, e con l'aiuto della famiglia di Chris si è dedicato alla ricostruzione del lungo viaggio del ragazzo : due anni attraverso l'America all'inseguimento di un sogno. 


RECENSIONE
"Into the wild" era già da molto tempo nella lista dei film da vedere, quando un professore decise di farcelo guardare a scuola. Mi colpì molto, sia per la storia fuori dal comune che per il modo molto poetico di raccontarla, e anche per gli spettacoli mozzafiato forniti dalle inquadrature di stupendi paesaggi selvaggi. 
Il film è concentrato sul soggiorno in Alaska di Chris McCandless, che durante il viaggio decise di chiamarsi Alexander Supertramp, ed è costellato di flashback che mostrano varie tappe importanti del suo percorso e della sua infanzia e adolescenza, caratterizzata da un brutto rapporto con i genitori e un grande affetto per la sorella. C'è molta avventura, oltre che moltissime frasi filosofiche, e di conseguenza mi aspettavo che il libro fosse una specie di romanzo, magari raccontato in prima persona dal protagonista, incentrato sulla scoperta di come questa impresa ai limiti dell'estremo sarebbe andata a finire.
In realtà è tutto più realistico, palpabile, concreto: un documentario, una biografia in terza persona ricostruita attraverso le testimonianze delle persone che lo aspettavano a casa e di quelle che lo avevano accompagnato per tratti di viaggio.
E' come se fosse un lungo testo argomentativo, ben fornito di dettagli interessanti e date, stralci di lettere e cartoline.
Jon Krakauer, saggista e alpinista statunitense, ricostruisce inoltre tutto il percorso e descrive accuratamente i paesaggi più suggestivi, aggiungendo anche mappe ad inizio capitolo.
Quella di Chris McCandless è una storia che non può non lasciare a bocca aperta: fin dal primo momento in cui ne avevo sentito parlare, ne ero rimasta incantata. 
Riassumendo, è un ragazzo di buona famiglia e che eccelle negli studi, ma che non si trova a suo agio nella società. Così decide di partire, senza soldi nè attrezzatura sufficiente, alla ricerca della bellezza vera, della felicità, ma soprattutto di sè stesso. Viaggia in autostop e su treni merci con lo scopo di raggiungere l'Alaska, ma lungo tutta la strada, non si pone limiti e confini: lasciandosi guidare dal proprio istinto percorre chilometri e chilometri senza mai fermarsi, per poi stabilirsi in un camper o in un silos per mesi e mesi; passando dalla solitudine più estrema, alla condivisione e l'amicizia.
Tutta questa storia, già di per sè estremamente interessante, viene arricchita deliziosamente leggendo il libro. 
Per analizzarlo meglio, dividerei la narrazione in cinque parti: la prima parte si concentra molto sul viaggio "pre-Alaska" e sui suoi momenti più importanti.
La seconda e la terza parte sono le più interessanti. La seconda è una contestualizzazione dell'impresa del ragazzo, associandola a tantissime altre avventure simili, con un particolare approfondimento su Everett Ruess; mentre la terza è la ricostruzione della sua vita precedente al viaggio, compiuta attraverso le parole dei genitori, della sorella e di vecchi compagni di college. Sono state due sezioni particolarmente accattivanti, perchè hanno fatto sì che mi immedesimassi ancora di più. Entrambe danno un vero volto a Chris, circondandolo di affetti che soffrono tutt'ora per la sua scomparsa e narrando di fatti strabilianti della sua vita, che lo rendono molto più umano di quanto sarebbe potuto sembrare raccontando solo il suo isolamento nei boschi.
La quarta parte è raccontata in prima persona dall'autore che fa emergere in modo evidente la sua posizione rispetto all'avventura del ragazzo. Quest'ultima ha infatti suscitato infiammate discussioni tra chi lo credeva un soggetto da imitare per i suoi ideali e chi lo credeva semplicemente un incompetente, immaturo e arrogante. Lo scrittore appoggia Chris e le sue scelte, pur mettendo in luce i suoi sbagli, e argomenta la sua tesi affermando di sentirsi molto simile al giovane. E' infatti un'alpinista e anche lui ha vissuto tra il ghiaccio per giorni. 
La quinta e ultima parte tratta ovviamente del finale della storia, che ci veniva già anticipato nella trama e all'inizio del libro, ovvero la morte del nostro viandante. Se ne analizzano le cause e le reazioni che ciò ha provocato tra i conoscenti e i semplici interessati alla storia (questione già trattata, però, nella quarta parte e che, quindi, tende a far risultare questi paragrafi abbastanza ripetitivi)
Quella di "Nelle terre estreme" è stata una lettura mozzafiato ed interessante, che arricchisce fortemente la bellezza già elevata del film, e che da spunto per parecchie riflessioni. Ho trovato notevole il fatto che, pur conoscendo da subito la triste sorte che il attende il ragazzo, il lettore non arrivi mai ad annoiarsi ma, anzi, sia spinto a proseguire. 
Una lettura piacevole, seppur non leggera e che consiglio fortemente a chiunque.


VOTO: 8/9

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