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venerdì 24 gennaio 2014

The returned - Jason Mott

The Returned - Jason Mott
Pagine: 327
Edizione: Harlequin Mondadori
Titolo originale: The returned


TRAMA
Per Harold e Lucille Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso tempo, da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo compleanno, nel 1966. In tutti questi anni, si sono adattati a un'esistenza tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il dolore...Finchè un giorno Jacob, misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha ancora otto anni. 
In tutto il mondo le persone amate stanno tornando dall'aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere l'umanità intera, la famiglia Hargrave è costretta a fare i conti con una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia di sovvertire il significato stesso di genere umano: i Redivivi sono un miracolo o un segno della fine del mondo?


RECENSIONE
The Returned mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice Harlequin Mondadori ed essendo Gennaio un periodo critico a scuola, pieno di verifiche e stress, ho deciso di leggerlo per affrontare qualcosa di leggero. 
La trama mi sembrava molto intrigante, sicuramente un tema su cui si sarebbe potuto costruire molto. Mi dispiace, quindi, dover dire che le mie aspettative sono state pienamente deluse. 
Il ritorno in vita di persone morte mi sembrava un argomento su cui far leva inserendo, magari, anche un po' di mistero. In effetti, durante la lettura, ci si imbatte in domande come: com'è possibile che ciò avvenga? Cosa comporterà nel futuro? Questi redivivi sono le stesse persone che vivevano un tempo? 
Questi interrogativi, però, vengono lasciati in sospeso, irrisolti, lasciando un senso di incompletezza e insoddisfazione nel lettore che si aspettava, almeno nel mio caso, di ricevere delle risposte precise e anche abbastanza interessanti.
L'evento scatenante della storia (il ritorno dei Redivivi e soprattutto di Jacob Hargrave) ci viene presentato nella prima pagina. Nonostante il colpo di scena avvenga subito, però, non succede molto altro. 
A capitoli alterni ci vengono raccontati episodi a sè di ritorni alla vita, a volte in prima persona dagli stessi Redivivi, che penso l'autore abbia voluto inserire per rappresentare meglio il degenerare della situazione. Lo sconvolgimento causato da questi strani eventi nel piccolo paese di Arcadia subisce un climax nel corso della storia. Questa è una delle poche cose rappresentate bene nel libro, perchè ci si concentra in particolare sulla vita quotidiana di 4/5 personaggi e si possono vedere chiaramente i cambiamenti, talvolta radicali, nel loro comportamento.
Questa particolarità è, però, un'arma a doppio taglio. Pur conoscendo le loro abitudini e alcuni dettagli che li riguardano, la caratterizzazione e l'introspezione mi è sembra abbastanza superficiale e non sono riuscita ad affezionarmi e a lasciarmi coinvolgere.
L'unica figura a intrigarmi è stata quella del pastore Peters che evolve nel corso della storia e che fin da subito ci coinvolge con i suoi pensieri rivolti ad una persona che, oramai, non fa più parte della sua vita. 
Alcuni dialoghi, inoltre, mi sono sembrati poco naturali e in qualche punto leggermente difficili da seguire, perchè l'autore inseriva stralci di descrizioni tra una battuta e l'altra, fattore che faceva perdere il filo del discorso.
Altri due campi da analizzare sono l'ambientazione e il finale.
Arcadia è un piccolo paesino della California che viene usato come sede per il contenimento dei Redivivi e subisce un grande sconvolgimento, eccessivo per una cittadina così piccola. Alcune descrizioni mi ricordavano dei paesaggi western: i pickup guidati nelle stradine sterrate, case piccole tutte allineate l'una all'altra e gli anziani che parlano seduti davanti al supermercato. Devo dire che questo aspetto è stato abbastanza ben curato e non lascia molto all'immaginazione del lettore che leggendo si trova già davanti tutti gli ambienti.
Per quanto riguarda il finale, fin dall'inizio avevo sperato in un'"esplosione" che avrebbe ridato vita al libro e avrebbe compensato ad alcune mancanze. Questa però non è stata una bomba atomica, ma un'innocuo petardo che non fa nemmeno molto rumore. Solo per un paio di pagine le parole si rincorrono e si prosegue con l'ansia di vedere cosa succederà, ma l'entusiasmo viene quasi subito smorzato.
Insomma, avrei sperato in più avventura e suspence per quanto riguarda la narrazione, e per quanto riguarda il coinvolgimento, mi sarei aspettata un distopico eccezionale che mi avrebbe tenuta incollata alle pagine senza problemi, ma che invece, non mi ha dato occasione di immedesimarmi.


VOTO: 5

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