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martedì 15 luglio 2014

Il visconte dimezzato - Italo Calvino

Il visconte dimezzato - Italo Calvino
Pagine: 91
Edizione: Oscar Mondadori


TRAMA                    
Il visconte Medardo di Terralba si presenta all'accampamento cristiano in Boemia per partecipare alla guerra contro i Turchi. Durante la prima battaglia si mette però incautamente davanti alla bocca di un cannone e viene dimezzato. I medici trovano una metà del visconte, la curano, e la rimandano a casa. Ma, presto, questa metà si dimostra cattiva e prepotente. Dopo un po', torna anche l'altra metà, troppo buona e altruista.


RECENSIONE                    
Fin dalle scuole medie mi sono sentita tartassare dagli insegnanti con Il visconte dimezzato, Il cavaliere inesistente e Il barone rampante e sono rimasta abbastanza stupita quando anche al liceo me l'hanno proposto. Perchè consigliare al liceo un libro che consigliavano anche alle medie, quindi adatto ad un pubblico di età inferiore? E solo leggendo ho potuto risolvere il quesito.
Ebbene sì, perchè Il visconte dimezzato è una storiella molto breve e semplice, di appena 90 pagine, che si legge in un soffio. E' introdotta da una prefazione altrettanto corta di Calvino stesso che ci spiega quale sia lo scopo della scrittura di un libro del genere: la voglia di far divertire il lettore, di non annoiarlo, di farlo sentire come se fosse piacevolmente seduto sui seggiolini imbottiti di un teatro per assistere ad una commedia.
La voce narrante è quella del nipote, all'epoca bambino, di Medardo che racconta tutti gli avvenimenti del passato. 
I personaggi sembrano proprio quelli di una rappresentazione teatrale, perchè sono abbastanza grotteschi e ognuno, pur essendo poco caratterizzato a causa della brevità della storia, ha le sue caratteristiche strambe. Quelli che mi hanno colpito di più sono il dottor Trelawney e Pamela. Il dottore non si sa perchè venga definito in tal modo, avendo degli interessi tutti suoi per i fuochi fatui nei cimiteri o gli insetti dei boschi, mentre Pamela è una contadinella che, senza evidente motivo, fa innamorare di sè entrambe le metà dei visconti e, non volendo nessuna delle due, si ritira a vivere nel bosco in compagnia della sua anatra e della sua pecora. Quest'ultima, pur sembrando un personaggio di minimo spicco, risulta essere estremamente essenziale per la risoluzione dei fatti, come fosse l'aiutante delle fiabe.
Nel romanzo sono presenti alcuni tratti storici, perchè si fanno riferimenti alla guerra contro i turchi, in cui il visconte resta dimezzato, e anche spesso alla divisione del paese tra Cattolici e ugonotti con due stili di vita
abbastanza differenti, ma entrambi afflitti dalle cattiverie di Medardo. La metà di uomo è, infatti, l'incarnazione della malignità e della spietatezza. Ma presto, giunge in paese anche l'altra metà, che è l'esatto contrario. La cosa interessante è vedere come, nonostante ciò che si possa pensare, le due metà non riescano a compensarsi, perchè mentre una è esageratamente cattiva, l'altra riesce ad essere poco piacevole pur essendo esageratamente buona. 
Questo dimostra come, nonostante la parvenza di essere una semplice rappresentazione a scopo di intrattenimento, l'autore voglia svolgere una specie di analisi nell'animo della persona. Le due metà, infatti, funzionano come lo yin e lo yang: valgono nella loro interezza solo se amalgamate, solo a quel punto complete, perchè se separate, risultano troppo estreme, respingendosi. 
Il finale è molto chiaro su questo messaggio e anche alcuni altri passaggi del libro in cui vi sono dialoghi abbastanza profondi su come solo conoscendo un'estremo, una metà di qualcosa, si possano vedere le cose da un diverso punto di vista e apprezzarne in seguito l'interezza. Rende chiaro qualcosa su cui non avevo mai riflettuto più di tanto ovvero come, analizzando a fondo una porzione di qualcosa, la si possa comprendere meglio di quanto si potrebbe farla considerandola tutta per intero.
E' un romanzo molto breve e penso di poter dire che l'autore ha raggiunto il suo scopo, perchè l'ho trovato piacevole e leggero. Una storia che si legge in un pomeriggio, ma che in poche pagine riesce a creare un personaggio divenuto leggendario insieme agli altri due de La trilogia degli antenati, il cavaliere inesistente e il barone rampante, che sono molto curiosa di leggere.

"Così si potesse dimezzare ogni cosa intera, così ognuno potesse uscire dalla sua ottusa e ignorante interezza. Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l'aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai la metà di te stesso, e te l'auguro, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa."


VOTO: 7

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