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domenica 9 novembre 2014

La donna allo specchio - E.E. Schmitt

La donna allo specchio - Eric Emmanuel Schmitt
Pagine: 395
Edizione: E/O
Titolo originale: La femme au miroir


TRAMA                      
Anne, Hanna, Anny: tre ragazze, tre spiriti liberi che si scontrano con le chiusure dell'epoca in cui vivono. Le loro storie si intersecano nonostante i secoli che le dividono, un intreccio all'inizio curioso, poi sempre più appassionante, fino a che un crescendo di rivelazioni porta le tre vicende a una conclusione congiunta.
Anne, nelle Fiandre del XVI secolo, è una mistica che parla con gli animali come San Francesco, fa il bene perchè non concepisce altra forma di agire, percepisce Dio nella natura e non comprende la necessità dei riti religiosi. Ma è fuori tempo rispetto a periodo della Controriforma e dell'inquisizione: la sua estatica serenità, unita alle maldicenze della gente "normale", viene presto tacciata di eresia. 
Hanna, nella Vienna d'inizio Novecento, è una giovane aristocratica alla ricerca di sè stessa, insoddisfatta dalle convenzioni borghesi. Dopo molta infelicità riuscirà a individuare nella psicoanalisi il modo per individuare le radici del suo malessere.
Anny è una star di Hollywood dei nostri tempi, drogata di celebrità e di sostanze stupefacenti, che cerca di dare un senso a una vita il cui unico valore è il denaro; ci riuscirà attraverso la recitazione e nel suo travagliato percorso esistenziale troverà l'amore.


RECENSIONE                    
Eric-Emmanuel Schmitt, un nome che non mi suonava nuovo. Avevo già letto, infatti, due suoi libricini su cui avevo avuto impressioni completamente contrastanti: uno intenso e coinvolgente, l'altro totalmente indifferente. La donna allo specchio era l'occasione giusta per dargli un'ultima possibilità e quando un'amica, che comincia a conoscermi sempre più a fondo, me l'ha consigliato, ho deciso di leggerlo e non me ne sono pentita.
"Ti sentirai compresa", mi ha detto. E così è stato.
Ma cominciamo dal principio.
Già delle prime pagine, non si può far altro che rimanerne coinvolti, soprattutto grazie alla sua struttura: lo scrittore intraprende tre diversi fili narrativi che scorrono in parallelo, alternandosi e spingendo così il lettore a leggere voracemente per seguire gli sviluppi della vita delle tre ragazze. Nel caso di Anne, la prima, e Anny, la terza, abbiamo un narratore onnisciente in terza persona; nel mezzo, Hanna, si esprime in forma epistolare, parlando in prima persona a Margaret, la sua destinataria.
La contestualizzazione è assolutamente realistica, con riferimenti precisi anche a eventi storici come la Controriforma e la scoperta della psicanalisi di Freud, che contribuiscono a rendere le ambientazioni più dettagliate e complete. Veramente spaventoso è vedere come, che si tratti del sedicesimo secolo nelle Fiandre, del Novecento a Vienna, o di Hollywood ai giorni nostri, la società appaia sempre compromessa e corrotta, chiusa nel pregiudizio e soffocata dalle convenzioni. In contesti così miserabili e cupi, l'unico spiraglio di speranza sono le tre protagoniste di questo libro, che sono figure di spicco, le eccezioni nella massa. 
Anne è quella che ci viene presentata per prima e con la quale ho avuto il rapporto più ambiguo: è temporalmente la più distante e questo ha fatto sì che io la sentissi molto lontana e, al contempo, che gli venissero attribuite delle caratteristiche per la quale l'ho stimata più delle altre. 
Il suo aspetto angelico, un'accecante bellezza acqua e sapone, ma soprattutto un animo puro e innocente come quello di una bambina, la rendono una figura quasi mitologica, leggendaria; inimmaginabile inserirla in un mondo come quello che noi conosciamo, ma nell'arretratezza del tempo in cui vive è ancora possibile collocarla. Più difficile è etichettarla: strega ed eretica, o santa? Le autorità chiuse e ignoranti finiranno per bollarla di eresia, ma la sua sicurezza, le sue radicate convinzioni e una strabiliante forza d'animo, che ho ammirato moltissimo, fanno sì che Anne tenga testa alle difficoltà e riesca a portare avanti i suoi propositi a testa alta. 
Nei capitoli a lei dedicati sono veramente poetiche e toccanti le parti descrittive sul suo rapporto con la natura e col mondo, relazioni quasi carnali, forti e stuzzicanti l'enorme sensibilità della giovane.
Hanna è quella che si differenzia di più dalle altre, perchè, come scritto prima, ci parla attraverso delle lettere, rendendo il registro molto confidenziale. I suoi sono, appunto, i capitoli più diretti e non abbiamo bisogno di cogliere le sue difficoltà, perchè ci vengono espresse esplicitamente. Oppressa dalle convenzioni sociali, forzata al ruolo di moglie modello e soffocata dalla famiglia del marito, è quella meglio descritta caratterialmente.
L'autore penetra nel suo cervello, ci illustra ogni angolo della sua psiche, ogni sua ramificazione di pensiero creando un personaggio abbastanza contorto, ma caratterizzato estremamente bene. 
E' una donna estremamente insicura, che si guarda allo specchio e non si riconosce, e che cerca in tutti i modi di autoconvincersi di essere diversa da ciò che è, di dare credibilità alla maschera di scena che deve indossare ogni giorno, finendo quasi per crederci. Ci si abitua alla sua natura essenzialmente "debole", tanto da restare spiazzati per alcuni cambi repentini che metterà in atto.
Infine, Anny è sicuramente quella in cui mi sono immedesimata di più e che più mi ha emozionato, grazie al fatto che vive nei giorni nostri e quindi si muove in una realtà che io stessa vivo, seppur in un ambiente diverso, ma anche grazie al suo carattere, che per molti aspetti mi assomiglia e penso possa assomigliare a quello di molte adolescenti. 
Pur essendo una giovane adulta, infatti, Anny è persa, ancora alla ricerca di sè stessa, come se fosse in una fase adolescenziale di sviluppo. Estremamente bella e talentuosa, è un'attrice molto ricercata e richiesta, la vita sembra averle donato tutto. Lei, però, è la personificazione del detto "i soldi non fanno la felicità" e inconsciamente intraprende un percorso di autodistruzione estremamente pericoloso, per non percepire il vuoto che ha dentro.
Come le altre due, infatti, si sente fuori posto e ciò la porta inevitabilmente alla fuga dalla realtà. Anne si nasconde in un bosco, facendo della natura la sua casa; Hanna ricorre a una vita autonoma da donna indipendente. Anny ricorre ai disastrosi mezzi di evasione che i giorni nostri ci offrono: alcol, sostanze stupefacenti e sesso. Soprattutto quest'ultimo la porta a cambiare sempre partner, a volte tenendoselo anche solo per una notte, finendo per sentirsi usata e bisognosa di amore vero.

"Come Anne e come Hanna, Anny amava uscire da sè stessa, astrarsi da sè, dalla sua identità sociale e familiare, per avvicinarsi a una realtà più fondamentale. Un "al disotto di tutto" che Anny otteneva con la recitazione. In quanto attrice, si allontanava da sè per diventare altre. E tuttavia, prima di arrivare a un personaggio preciso, passava per un luogo indeterminato, una zona al di qua delle differenze, la stessa che avevano frequentato Anne e Hanna."

Così esplicitamente veniamo introdotte alla conclusione del libro, in cui le storie delle tre giovani si incontrano, nonostante la distanza negli anni. Un episodio che fa pensare a una specie di reincarnazione, o un semplice gioco del destino che si diverte a spargere le coincidenze sul cammino dei protagonisti.
Il modo in cui questo legame fra le tre si fortifica mi è piaciuto molto: avviene in modo delicato, ma toccante, come tutto il resto del libro.
Un romanzo che merita di essere letto sia per la destrezza e la bravura dell'autore che per le interessanti vicende delle tre donne, ma soprattutto per sentirci comprese, cosa che solo i grandi libri riescono a fare.


VOTO: 9

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