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mercoledì 25 marzo 2015

Tess dei d'Urbervilles - Thomas Hardy

Tess dei d'Urbervilles - Thomas Hardy 
Pagine: 449
Edizione: BUR
Titolo originale: Tess of the d'Urbervilles


TRAMA                                                                                  
Una ragazza tenace e sfortunata, figlia della povertà dei campi, vittima dell'uomo e dell'età industriale: è Tess dei d'Urberville. La tranquilla contea inglese del Wessex è teatro di sordide vicende e soprusi: l'ingenua Tess, ultima rappresentante di una nobile famiglia decaduta, viene sedotta e abbandonata in giovane età; ma condannata come "donna perduta" dall'opinione comune, non si arrende alla propria condizione: cerca il riscatto attraverso il lavoro ed Angel Clare, figlio di un pastore evangelico, turbato dal passato tormentato della moglie. 


RECENSIONE                                                                        
Tess dei d'Urbervilles ha aspettato per almeno un anno, paziente ed immobile sulla mensola, finchè un giorno, presa dalla vena artistica, ho scoperto la meraviglia dei quadri del pittore britannico preraffaellita John William Waterhouse. Uno di essi, Boreas, mi sembrava particolarmente familiare: è la copertina di questo libro e dato che un po' mi piace credere nel destino e nei segnali, l'ho iniziato. Dopo la lettura non posso che soffermarmi a pensare a quanto questo dipinto sia azzeccato a rappresentare Tess, lo sguardo perso nel vuoto, mentre si tiene il velo sulla testa nel tentativo di proteggersi dal forte vento che la travolge. 
L'immagine del vento forte si accompagna perfettamente al paesaggio rurale che fa da sfondo a questa opera d'arte. Hardy sembra seguire la scia del poeta Wordsworth, identificando la campagna come regno di semplicità, di realismo palpabile;  luogo in cui prevalgono le passioni e gli istinti primordiali: la natura diventa un portale su un universo fatto di suoni, sensazioni tangibili ed emozioni incredibilmente forti. Al contrario, definirei la scrittura di Hardy mite. Le parole sono come pennellate; le descrizioni, che siano di paesaggi o di animi, sono più che pittoresche, quasi magiche. L'effetto finale, il dipinto concluso è un enorme pannello, un pugno nello stomaco che siamo grati di ricevere, un'immagine che ci sovrasta e allo stesso tempo ci accoglie. Come ogni quadro che si rispetti, il romanzo richiede tempo ed attenzioni: le digressioni sui paesaggi sono molto lunghe e talvolta rendono la lettura un po' impegnativa. Ma chi è ormai un'ospite conosciuto e benvoluto nella grande casa dei classici vi è abituato ed apprezza questi stalli, diventa quasi affamato di dettagli, di scavi in profondità e di elementi che non galleggiano sulla superficie.
Come si può forse intuire dalla foga nascosta dietro le mie parole, Tess dei d'Urbervilles ha avuto un forte impatto sulle mie viscere, più che sulla mia mente; è stato apprezzato dal mio stomaco come un pasto ricco, ma vorrei ora stropicciarmi gli occhi e avere uno sguardo più razionale.
Il libro racchiude una forte critica sociale, chiara agli occhi anche di coloro che non sono a conoscenza del contesto storico. Hardy dipinge uno sfondo contadino ed è lampante la mole eccessiva di duro lavoro in condizioni miserevoli, lo sfruttamento della manodopera non ripagato e le differenze sociali. Già dalle prime pagine si comprende l'importanza di un titolo, poichè anche solo la fama può portare ad un arricchimento. 
I personaggi sono indimenticabili. Tess è un'immagine di purezza compromessa dalla crudeltà dell'uomo, vittima non soggiogata del fato ostile; merita di diventare l'eroina di chi legge la sua storia. Innanzitutto, possiede una bellezza pericolosa che alimenta le fiamme in chiunque la guardi, ma non cade mai vittima del vanto ed anzi arriva a ripudiarla, mantenendo sempre uno sguardo deciso e intenso, anche se profondamente triste. Se abbassa la testa, è solo per un attimo; è consapevole delle proprie ferite, ma non si lascia sopraffare. Ma la ragazza che smentisce il pregiudizio della debole contadina è solo uno dei vertici di un geniale triangolo amoroso. Agli altri estremi stanno Alec d'Urbervilles ed Angel Clare, il diavolo e l'acqua santa. Due personaggi in antitesi: Alec, moro e tenebroso è il bel dannato, il tentatore; mentre Angel Clare porta la metafora nel nome, rappresenta la salvezza, la purificazione e potrebbe ottenere un posto vicino a Mr Darcy nella lista dei personaggi maschili che ho odiato a tratti e amato spesso. 
Il libro si chiude con due descrizioni di cui avrei fatto volentieri un fermo immagine: Stonehenge all'alba e una corsa di liberazione su una collina. Mi è sembrato, leggendone,  di passeggiare in una galleria d'arte ed essere risucchiata nella cornice di un quadro.
Contiene molti elementi che ricorrono nei libri, a scuola, nella storia e dopo averlo letto ritrovo Tess, il tipo di vita contadina, di istinti, d'amore in ogni parola di una lezione di inglese, in ogni riferimento del Novecento; è diventato una parte integrante di me. Tess dei d'Urberville deve obbligatoriamente rientrare nell'elenco dei grandi capolavori da leggere almeno una volta nella vita: è un pilastro della letteratura classica, un modello e un riferimento, ma soprattutto una storia ricca di sentimenti travolgenti. 


VOTO: 9,5

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