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lunedì 7 dicembre 2015

The girl on the train - Paula Hawkins

The girl on the train - Paula Hawkins
Pagine: 325
Edizione: Penguin 
Titolo italiano: La ragazza del treno 


TRAMA                                                                                
Ogni mattina, Rachel prende lo stesso treno che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos'ha visto davvero Rachel?


RECENSIONE                                                                                                                      
Ho letto questo libro perchè tutti lo leggevano, "just as simple as this", e ciò che posso dire dopo averlo concluso è che non capisco le ragioni del suo successo internazionale. La ragazza del treno è esploso con un micidiale boom che ha risvegliato le coscienze dei lettori di tutto il mondo, venendo presentato ovunque come un thriller psicologico dal finale inaspettato e sconvolgente.
Se non lo avessi iniziato basandomi su tutte queste premesse, forse mi sarebbe piaciuto, ma avendo alte aspettative per un thriller denso di suspence e colpi di scena, sono rimasta delusa: la narrazione, al contrario di quanto mi aspettavo, è lenta e statica. Arrivata al 67% della lettura avevo in mano solo qualche indizio, ma non avevo scoperto niente di sconvolgente e stavo per mollare la presa. 
Se dovessi considerarlo per altri suoi aspetti, devo dire che è davvero un'ottima rappresentazione dell'interiorità femminile e dei drammi di tre donne anticonvenzionali e immorali: Rachel, Megan e Anna che si alternano come narratrici. Rachel apre le danze, presentataci mentre beve gin tonic sul treno del venerdì sera, una donna sola e triste che guarda dal treno una coppietta felice e poi Megan, la donna di questa coppia felice che guarda il treno dalla veranda di casa sua, lasciandosi cullare dal suo rumore sui binari. Si crea un affascinante gioco di sguardi tra due donne apparentemente diverse, ma in realtà ugualmente vittime delle proprie tragedie personali. Megan soffre di depressione ed ha dei comportamenti che assomigliano a quelli di una patologia borderline, Rachel è un'alcolista che beve per fuggire dalla sua routine asfissiante e guarda la villetta di Megan per non guardare quella di Anna, la nuova moglie del suo ex marito, affetta da vere e proprie ossessioni, vittima dell'ansia e della paura verso minacce invisibili. Nessuna delle tre donne sembra essere esente da qualche piccolo disturbo psichico (forse come ognuna di noi) e i loro problemi sono descritti in maniera estremamente analitica, quasi psichiatrica, come se l'autrice si fosse completamente fusa con le loro menti. Rachel, Megan, Anna: tre burattini legati tra loro da un filo proveniente da un'unica matassa, che le avvolge fin quasi a soffocarle e che intesse un intrico di relazioni con due uomini che accomunano tutte e tre. La figura maschile è rappresentata in modo estremamente negativo, tanto da spiccare anche tra i comportamenti delle tre donne, che positivi sicuramente non sono. In definitiva, si può dire che non ci siano personaggi positivi, se non marginali che appaiono due o tre volte senza dare nessun tipo di contributo. E' un romanzo in cui non ci si può fidare di nessuno, neanche del narratore che ci rivolge le sue parole; una storia in cui i famosi proverbi "non giudicare un libro dalla copertina", "l'apparenza inganna" "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio" trovano forma. E' capitato anche a me, è capitato a tutti, di girare per la strada e incontrare lo sguardo di uno sconosciuto che ci resta in testa per tutto il giorno; di sedersi sull'autobus e fissare
la propria attenzione su quella strano tipo in piedi di fianco a voi, con l'aria misteriosa. Questo libro sembra volerci dire: "diffidate", poichè ciò che pensiamo delle persone che non conosciamo non trova quasi mai riscontro nella realtà. 
Muovendoci nel campo del thriller, lungo il corso del libro si sospetta di tutti, uno ad uno, soprattutto verso il finale quando la loro freddezza e spietatezza sembra acuirsi in maniera quasi disumana. 
E poi finalmente il finale, questa leggenda metropolitana che animava recensioni in tutte le lingue. Ma anche in questo caso non vi ho trovato niente di così eccezionale rispetto ad altri romanzi dello stesso genere decisamente più sbalorditivi: i personaggi sono cinque, non c'è una così vasta gamma di possibili colpevoli. A parte essere un po' inquietante per alcune immagini abbastanza crude che dipinge, non ha risollevato l'andazzo generale del libro.


VOTO: 5,5

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