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mercoledì 10 febbraio 2016

La camera azzurra - Georges Simenon

La camera azzurra - Georges Simenon
Pagine: 153
Edizione: Adelphi
Titolo originale: La chambre bleue


TRAMA                                                                                      
"Sei così bello" gli aveva detto un giorno Andrèe "che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti..." Quella volta Tony aveva sorriso da maschio soddisfatto: perchè era ancora soltanto un gioco, perchè mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei. Solo quando il marito di Andrèe era morto in circostanza non del tutto chiare, e Tony aveva ricevuto da lei il primo di quei brevi, sinistri biglietti anonimi, solo allora aveva capito, e aveva cominciato ad avere paura. Simenon racconta la storia di una passione divorante e assoluta, che non indietreggia nemmeno di fronte al crimine. 


RECENSIONE                                                                                                           
Quest'estate, al mare, mentre i miei genitori sedevano al tavolino di un bar sono entrata in una libreria, attirata come sempre dal fascino irresistibile dei volumi in vetrina. Ho comprato La camera azzurra insieme a Follia di McGrath, ammaliata dalle copertine e dalle esteticamente belle edizioni Adelphi. Ora mi fa sorridere pensare a come, incosciamente, io abbia deciso di acquistare insieme due libri tanto simili, entrambi così irrazionali e morbosi.
Questo romanzo si presenta a sfondo erotico, inquadrando per prima cosa l'atmosfera che aleggia in una stanza d'albergo dopo un rapporto sessuale, uno dei tanti, tra due amanti. L'intreccio sembra costituirsi del classico quadretto borghese, visto tante volte da risultare quasi banale, del marito commerciante con una moglie decisamente noiosa, quasi inesistente come fosse un fantasma al suo fianco e, al contrario, un'amante estremamente vorace e sensuale. Ciò che stupisce e ciò che distingue questa storia da altre strutturate allo stesso modo è il punto di vista innovativo e un po' distorto che viene adottato. Tony sembra essere vittima succube di Andrèe, femme fatale inarrestabile che prende l'iniziativa, lo induce quasi forzatamente a stare con lei e farla sua ed egli sembra quasi non accorgersi di ciò che sta facendo, sembra subire passivamente, come fosse sotto incantesimo. Un po' surreale questa visione delle cose, inattendibile poichè si sa che in un atto sessuale volontario ambo le parti sono consapevoli, soprattutto se si tratta di un tradimento (anche tenendo conto di eventuali rimorsi e timori delle conseguenze). Simenon, però, sembra volerci presentare la costruzione mentale di Tony, il suo auto-convincimento di innocenza come se questo fosse l'unica realtà possibile e vera. La conseguenza è che per tutto il romanzo il lettore si ritrova ad odiare la donna, una figura quasi demoniaca, e a provar compassione per l'uomo, rappresentato come un capretto ingiustamente immolato. In realtà questa sua immagine si sgretola fra le mura domestiche, tra cui si vede come egli si muove tra le stanze, osservando la moglie e la figlia quasi da lontano, in modo distaccato, troppo impegnato a portarsi sulle spalle il fardello dei sensi di colpa e ad arrovellarsi nelle sue stesse preoccupazioni e nei suoi stessi timori. 
La storia si presenta come un racconto in flashback di avvenimenti passati che, di tanto in tanto, si mescolano con interventi dell'io narrante su episodi successivi. Sappiamo, inoltre, fin dall'inizio o quasi che Tony sta raccontando queste vicende sotto interrogatorio, in attesa di un processo in tribunale e non ne conosciamo il movente. Il triangolo amoroso e l'erotismo su cui si basava il romanzo vengono così parzialmente oscurati da un'atmosfera tesa, quasi come quella di un giallo, la cui soluzione sarà svelata solamente alla fine. 
Il romanzo è abbastanza breve, in alcuni punti abbastanza ripetitivo e, secondo me, avrebbe potuto soffermarsi più a lungo sulla caratterizzazione dei personaggi e sulle dinamiche familiare compromesse dal tradimento. A causa di questi elementi abbastanza carenti, ne risulta un romanzo carino, ma non eccezionale, come avrebbe potuto essere grazie alla particolare nevrosi dei personaggi e soprattutto di Andrèe.


VOTO: 7

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