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sabato 25 marzo 2017

Il profumo - Patrick Süskind

Il profumo - Patrick Süskind
Pagine: 259
Edizione: TEA
Titolo originale: Das Parfum


TRAMA                                                              
Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell'oblio, non è certo perchè Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perchè il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.


RECENSIONE                                                           
Da quando ho visitato Palazzo Mocenigo a Venezia, il titolo di questo libro mi si è stampato nella mente ed è rimasto presente con una certa insistenza fino a che ho deciso di soccombere al suo richiamo. Oltre ad essere uno splendido palazzo, il suo percorso sui profumi chiama sulla scena uno dei nostri cinque sensi che, normalmente, nei musei risulta essere il più trascurato: l'olfatto. Le stanze profumano, il visitatore può lasciare che gli aromi racchiusi in barattolini di vetro lavorato solletichino le sue narici. Io non conoscevo nulla della storia di Jean-Baptiste Grenouille al momento della visita, ma sapevo che con un titolo del genere - Il profumo - questo romanzo dovesse avere per forza qualcosa a che fare con quel mondo in cui mi ero immersa durante quelle due ore. Ora, a posteriori, penso che se l'avessi conosciuta avrei vissuto l'esperienza in modo del tutto diverso, così come ora quando mi capita di aggirarmi per le calli e avvertire qualche odore particolare, mi fermo ad annusare e mi sento subito strana. 
Quella di questo romanzo è una storia unica, originale, assurda. Non ho mai letto nulla di simile. Mi è capitato mille volte di definire un libro piacevole, bellissimo, entusiasmante, ma se ci ripenso avrei comunque sempre avuto la possibilità di fare dei confronti con altri libri letti in precedenza, magari per un'analogia nella trama, nell'idea di base, in un personaggio. La storia di Grenouille, invece, si svolge all'interno di un mondo che noi tutti consideriamo astratto ed evanescente, mentre per lui era più concreto di qualsiasi altra cosa. Si tratta dell'universo vaporoso dei profumi, che in linea di massima viene preso poco in considerazione nei romanzi - considerando la palese difficoltà nel raccontare di qualcosa che è trasparente e talvolta anche difficilmente percettibile.
Grenouille è un uomo eccezionale, nel senso letterale del termine: ad eccezione di qualsiasi altro essere vivente, ma anche di qualsiasi altro elemento che popola questo mondo, egli non ha un odore proprio. Fin da appena nato le balie che lo allattano si sentono respinte da lui, perchè non possiede il comune odore che emanano i bebè. Come a voler compensare questa mancanza - che in senso metaforico si potrebbe interpretare come una mancanza di anima, di essenza propria che contribuisce a distinguerci gli uni dagli altri - il suo olfatto è sopraffino: egli riesce a riconoscere le vie al buio, solo per l'odore che hanno; fiuta a chilometri di distanza, avverte i cambiamenti di umore nelle persone in base a come l'alone di profumo che le circonda si modifica. Quando inizia a parlare, registra in sè come in un archivio solo quei sostantivi che fanno riferimento ad un aroma, che sia questo profumo o fetore, indifferentemente. 
Una cosa che mi ha stupito enormemente è la capacità dell'autore di descrivere alcuni effluvi in maniera estremamente dettagliata: non sono ancora riuscita a chiarire se abbia semplicemente inventato alcuni particolari, perchè tanto il lettore comune non è in grado di avvertire certe cose con un olfatto "normale" o se lui stesso abbia da sempre avuto una particolare attrazione per il mondo delle fragranze e magari un olfatto particolarmente sviluppato. Allo stesso modo egli riesce ad analizzare gli effetti che un odore può avere su un uomo a livello psicologico. Anche in questo caso non so se si tratti di qualcosa di accertato, ma questa rivelazione ha in parte cambiato il mio modo di vedere le cose. È vero che noi uomini accettiamo come nostri simili solo coloro che producono determinate esalazioni, proprie degli esseri umani ma coperte dall'odore personale di ognuno? Il nostro olfatto sarebbe così in grado, a nostra insaputa, di recepire questi elementi e classificare chi ci circonda in base a ciò? Forse è veramente così, ma nell'uomo comune tutti questi processi si svolgono a livello inconscio, mentre per le narici di Jean-Baptiste Grenouille tutto è chiaro fin dal primo istante. Egli è più bestia che uomo, e non solo per il suo fiuto da segugio. Anche a livello di relazioni interpersonali è piatto e meschino e, come una bestia feroce, agisce in base al proprio istinto viscerale e non secondo una morale comune, è totalmente privo di valori e buon senso. Il suo particolare dono viene sfruttato per uno scopo indicibilmente crudele, ma che secondo lui dovrebbe essere in grado di donargli la soddisfazione, la felicità e la pienezza dell'essere che va ricercando. Da qui scaturisce secondo me il tema fondamentale di questo romanzo, di cui si capisce l'importanza solo alla fine. Grenouille vota la sua esistenza al perseguimento di una pienezza ideale ed è disposto a tutto pur di raggiungerla; la sua diligenza, il suo zelo, il suo spirito di sacrificio e la sua sete di sapere sono lodevoli, nonostante conducano poi a una cattiveria immane. Ma la morale di tutto, a mio parere, è dimostrare quanto questo rincorrere il nostro ideale di perfezione sia del tutto vano ed evanescente. Più evanescente e vano dei profumi. 


VOTO                            

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