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giovedì 6 aprile 2017

Persepolis - Marjane Satrapi

Persepolis - Marjane Satrapi
Pagine: 354
Edizione: Rizzoli Lizard


TRAMA                                                                  
Persepolis è la storia dell'indimenticabile infanzia di Satrapi e della sua crescita in una larga e amorevole famiglia di Teheran durante la rivoluzione islamica; delle contraddizioni tra vita pubblica e privata in un paese piagato dalla dittatura; dei suoi anni alle scuole superiori di Vienna, affrontando i problemi dell'adolescenza lontana dalla famiglia; del suo ritorno a casa - tanto dolce quanto terribile; e, infine, del suo esilio auto-imposto.


RECENSIONE                                                           
Non avevo mai letto un fumetto, ho sempre riempito la mia libreria di romanzi o saggi. Da quando poi ho capito che i libri sono troppi e il tempo troppo poco, mi sono concentrata per la maggior parte su testi "impegnati", classici, volumi di un certo peso (nel senso letterale del termine), perchè mi appaga la sensazione di leggere qualcosa che ne vale veramente la pena. Ho sempre avuto pregiudizi nei confronti dei fumetti, nonostante fossi consapevole che talvolta contengono illustrazioni molto ben fatte o storie interessanti. Il fatto è che trovavo che la riduzione della parte scritta alle dimensioni di un fumetto fosse limitante. La narrazione viene ristretta principalmente alla forma orale, fatta eccezione i riquadri con brevi descrizioni introduttive; si lascia che sia l'immagine a parlare, mentre nel testo scritto viene un po' tralasciata o comunque semplificata la forma. Il mio pensiero - quello di una persona abituata alle lunghe digressioni introspettive e filosofiche tipiche dei classici - era che tutto ciò diminuisse nettamente la qualità dei contenuti. Persepolis è stata una piacevole dimostrazione di quanto mi sbagliassi.
L'edizione integrale si presenta come un grosso volume, decisamente scomodo da portare con sè nella borsa, facendolo così assomigliare in quanto a pesantezza alle mie letture consuete. Dopo averlo letto posso dire che non solo la pesantezza fisica, ma anche i suoi contenuti possono far rientrare questo fumetto nella categoria della letteratura impegnata: impegnata socialmente, politicamente e umanamente. L'espediente di utilizzare la forma del fumetto per esprimere importanti valori e riportare fatti nudi e crudi mi è parso una trovata geniale: quella che comunemente è considerata una forma letteraria leggera, illustrata e colorata, che ricorda quella della letteratura per bambini contrasta in modo potente con le numerose tematiche esposte in modo schietto e a tratti anche difficili da digerire. Il lettore si ritrova a spalancare gli occhi, turbato e colpito in modo molto più diretto di quanto potrebbe esserlo stato leggendo lunghi periodi e districandosi in una sintassi elaborata. Simbolica è anche la mancanza di colore - le illustrazioni giocano sulle tonalità di un nero profondo e un bianco puro - e la relativa semplicità dei disegni. 
La storia narrata è quella di Marjane Satrapi, la scrittrice, e copre un lungo arco temporale: dalla sua infanzia all'età adulta. È ambientata principalmente nell'Iran post rivoluzione islamica del '78, ma anche a Vienna. Ciò rende possibile affrontare il tema dell'evoluzione del suo paese, del cambiamento radicale dei costumi, o meglio della radicalizzazione di questi ultimi; la follia dell'estremismo, la violenza inaudita della repressione, riportate senza filtri nè mezzi termini. Ma, allo stesso tempo, la finestra che si apre sull'Austria permette l'entrata in scena di un altro tema molto attuale e discusso: il confronto tra l'Occidente e il Terzo mondo, i divari di natura politica e sociale che dilaniano l'individuo emigrato tra l'adesione all'atteggiamento libertino e l'attaccamento alle proprie tradizioni più rigide. Vengono messi sotto i riflettori anche i difetti di questa libertà occidentale, le problematiche che ne scaturiscono e questo soprattutto offre l'occasione di trattare l'argomento che più mi ha colpito e fatto riflettere, ovvero quanto tutto sia relativo. Il malessere di Marjane a Vienna, la tragedia personale che la colpisce in maniera profonda e semi-permanente appare ai suoi stessi occhi meno grave nel momento in cui si ritrova a confrontarla con la guerra e la morte che pervadono il suo paese d'origine. Sente di dover annullare la propria sofferenza per rispetto di quella altrui, decisamente più intensa, ma allo stesso tempo porta sulle spalle il suo fardello e ne avverte distintamente il peso. Sul piatto della bilancia vengono posti i due mondi e, mentre si legge, si può vedere come alternatamente uno sembri pesare più dell'altro, o meglio l'altro sembri oscurarsi - e quindi diventare più leggero - nel momento in cui tutta l'azione si sposta nel suo mondo avversario. Alla fine, però, l'Iran sembra vincere questo duello ed aggiudicarsi l'etichetta di universo in cui alcune questioni all'apparenza irrisolvibili paiono pesare molto più sulle spalle di un individuo con grandi aspirazioni di libertà ed emancipazione, come Marjane Satrapi. 
Questo fumetto vale veramente la pena di essere letto. Si fa gustare con facilità, si potrebbe leggerlo tutto il giorno senza stancarsi o avvertire il bisogno di una pausa e nonostante questo si rivela educativa e formativa apre gli occhi su un mondo pregno di problematiche, sondate dalla voce in prima persona di una donna che in quell'ambiente è nata e vissuta.


VOTO                             

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